Elena Domínguez: "Finché esisteranno meccanismi e macchine, la lubrificazione continuerà a essere essenziale"

“Mientras existan mecanismos y máquinas, la lubricación seguirá siendo esencial”
07 gennaio 2025

Per più di tre decenni, Elena Domínguez ha svolto ruoli-chiave in Repsol Lubricantes, occupando vari posti di responsabilità in Assistenza Tecnica e Sviluppo e come responsabile di Operatività per conto di Lubricantes. Ha cominciato la sua carriera nello sviluppo di prodotti lubrificanti nel 1991, anno in cui in quel campo la presenza femminile era piuttosto scarsa. Ora, dopo 33 anni di carriera in azienda, va in pensione. 

In questa intervista, ripercorre la sua esperienza in Repsol, l'evoluzione del settore dei lubrificanti e le sfide e opportunità che si presentano per il settore.

Quali sono state le maggiori sfide che ha dovuto affrontare all'inizio della sua carriera, essendo una delle prime donne a lavorare nel settore?

Quando sono entrata nel 1991 la presenza femminile nell'ingegneria industriale, la mia specialità, era piuttosto scarsa. In Repsol la situazione era simile, ovvero, era un mondo prevalentemente maschile. In ogni caso, mi sono sentita sempre rispettata e apprezzata.  Nel corso della mia carriera, lavorando con clienti nazionali e internazionali appartenenti a culture differenti non ho mai percepito una discriminazione di genere. Sotto questo aspetto mi considero privilegiata.

Cosa consiglierebbe ai giovani che stanno valutando la possibilità di entrare nel mondo dei lubrificanti?

Il settore dei lubrificanti ha un grande futuro. Finché esisteranno meccanismi e macchine, la lubrificazione continuerà a essere essenziale. I lubrificanti e i grassi fabbricati da Repsol sono imprescindibili per il loro funzionamento e non esiste un sostituto di massa per queste funzioni. Si tratta di un campo dinamico e diversificato, in costante evoluzione. 

Dal monopolio iniziale e un mercato nazionale, in Repsol abbiamo vissuto l'apertura del mercato, l'entrata della concorrenza, l'espansione internazionale in più di 90 paesi, la creazione di joint ventures e l'adattamento ai nuovi requisiti, come la sostenibilità o i veicoli elettrici.

Quali sono state le strategie per arrivare a questa adattabilità?

La leadership e i team di lavoro. Leader come José Barreiro, Antonio Portela, Fran Miranda, Clara Velasco o Sebastián Mussini, e vari altri, hanno dato impulso alla trasformazione e alla crescita, attraverso la motivazione e l'ispirazione dei team di lavoro. La loro visione, non focalizzata esclusivamente sugli affari, ma anche sulle persone, è stata fondamentale.

Può raccontarci qualcuna delle sue esperienze rimasta memorabile?

Ricordo con particolare affetto un congresso in Germania, durante il quale Beatriz Domínguez, ora in TechLab, ed io "abbiamo perseguitato" per tre giorni il responsabile dell'omologazione degli oli della Mercedes. Era una figura molto richiesta, con una costante schiera di persone attorno. Grazie alla nostra tenacia siamo riuscite a parlare con lui e ciò ha portato allo sviluppo e all'approvazione di un lubrificante per il primo rifornimento dei veicoli Mercedes. Sebbene in quel momento la nostra logistica non coprisse tutti i paesi, quello fu un gran successo.

Quali cambiamenti ha osservato nel settore industriale nel corso della sua carriera?

Sono stata testimone dell'arrivo degli oli sintetici, della riduzione delle viscosità... Dai 20W-50 fabbricati con basi del gruppo 1 di Puertollano o Cartagena, fino agli attuali 0W-16, elaborati con basi sintetiche come le polialfaolefine e, successivamente, le basi del gruppo 3, provenienti da raffinazione. La creazione di una joint venture con una compagnia coreana, leader nella produzione di queste basi, è stato un passo fondamentale per arrivare a una produzione propria di questi prodotti.

Quale pensa che sia stata la pietra miliare che ha permesso l'espansione internazionale di Repsol Lubricantes?

È stato un processo graduale, iniziato negli anni '90. La creazione di un dipartimento di sviluppo aziendale è stata fondamentale, con strategie creative come il "do it for me", ovvero la fabbricazione per conto terzi con licenza per i nostri distributori. Però, una vera e propria pietra miliare è stata la creazione di joint ventures che ci hanno permesso di accedere a nuovi mercati con produzione e conoscenze locali.

Dopo tanti anni in questa industria, quali valori primari indicherebbe come quelli che la caratterizzano maggiormente?

Grandi aspirazioni, una tabella di marcia chiara e, soprattutto, le persone. La leadership ispiratrice e la dedizione dei team sono state essenziali per il successo. La possibilità di crescere, di assumere nuove sfide e di far parte di un settore in espansione è stata fondamentale.

Questi 33 anni mi hanno dato moltissimo: conoscenze, sfide, esperienze, un eccellente ambiente di lavoro... Ripeterei la mia carriera in Repsol, senza dubitarlo neppure per un momento.